FACEBOOK OSCURA AREA RIETI

Oscurata la pagina facebook di Area Rieti, bloccati tutti i profili dell’amministratore (Chicco Costini) per aver osato esprimere solidarietà a CasaPound in occasione del minacciato sgombero della scorsa settimana.

Nessuna immagine di violenza, nessun riferimento ad eventi del passato, nessuna incitazione all’odio razziale, semplicemente parole di solidarietà per quanto stava avvenendo a Roma.

Ancora una volta la scure della censura di Mark Elliot Zuckerberg si abbatte su chi manifesta un pensiero divergente da quello unico, nonostante un magistrato italiano abbia stabilito che la piattaforma social sia oramai da considerare una dei principali strumenti di informazione pubblica, e debba pertanto consentire la pluralità delle idee, e che di conseguenza non possa censurare CasaPound, organizzazione che agisce legittimamente sul territorio italiano.

Sulla base di questa sentenza Facebook è stato costretto a ripubblicare le pagine del movimento, ma continua a censurare chi posta notizie sull’attività del movimento della tartaruga frecciata.

Senza drammatizzare quel che drammatico non è, lascia però fortemente perplessi la possibilità di un privato cittadino, per quanto potente e ricco, di poter decidere quello che è lecito o meno dire, al di là delle leggi di uno Stato sovrano, ponendo sul campo un serio problema sul futuro della libertà di pensiero nella società del terzo millennio.

In un’epoca in cui la pandemia ha fortemente limitato la possibilità di esprimersi fisicamente nelle piazze, e che ha visto diventare l’utilizzo dei social il principale strumento di comunicazione tra le persone, accettare che un privato possa censurare arbitrariamente quello che non gli piace è estremamente grave, disegnando un mondo in cui al di là di qualsiasi volontà democratica la possibilità di esprimersi è subordinata alle scelte di un singolo, che si autoproclama giudice e censore.

Ovviamente non sarà questo a fermarci, ed Area Rieti continuerà a combattere con tuti gli strumenti possibili rivendicando il diritto ad esprimere il proprio pensiero, seppur non uniforme a quello dominante, ma crediamo che i tanti che oggi si inginocchiano per un episodio di violenza sociale avvenuta negli States, dovrebbero con altrettanta determinazione interrogarsi sul futuro della nostra libertà.

Oggi tocca a Noi, a Casapound, ma domani potrebbe colpire chiunque non si adegui alle volontà degli “illuminati” della Silicon Valley, e quando ve ne renderete conto potrebbe essere troppo tardi.

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