
Martedì 4 febbraio l’ANPI ha organizzato presso la biblioteca del Senato, un convegno giustificazionista sul dramma delle Foibe, a pochi giorni dalla giornata del ricordo. Sapevamo, grazie anche a Pansa (scomparso da poco, ed insultato post mortem da sedicenti giornalisti per la sua attività di storico libero e non uniformato al pensiero dominante), delle azioni infami compiute dai partigiani durante la guerra civile, mai avremmo immaginato che dopo quasi un secolo gli epigoni di quel movimento arrivassero a negare quella che è oramai un’evidenza storica. Nell’incontro, al quale hanno partecipato anche esponenti delle bande di assassini titini,si è voluto minimizzare il numero di italiani massacrati nelle Foibe carsiche, giustificando quanto avvenuto con presunti crimini anti slavi compiuti dal Fascismo. I vecchi e nuovi partigiani dimenticano che quelle terre erano e sono italiane da secoli, che ad essere massacrati furono donne, bambini, preti e finanche partigiani non comunisti, perchè l’ordine era di cancellare la presenza italiana nelle terre irredenti. Gli stessi che si stracciano le vesti per la senatrice Segre, sputano sui cadaveri di nostri compatrioti uccisi in nome di un odio etnico, di un’ideologia criminale che ha portato alla morte di migliaia di innocenti, e costretto centinaia di italiani a dover abbandonare la propria casa ed i propri averi. Ma da altra parte i nuovi partigiani sono i figli ed i nipoti di quanti accolsero con improperi ed insulti gli esuli di ritorno in Patria,arrivando a negare cibo ed aiuto a povera gente colpevole solo di essere italiana, gli stessi partigiani che per decenni hanno tentato di cancellare una storia che dovrebbe essere patrimonio e ricordo per tutti gli italiani. Ma l’ANPI dimostra ancora una volta quale sia la sua natura: escrementi della storia.