SOLSTIZIO 2019

Un freddo pomeriggio invernale. L’umidità, il cielo grigio non aiutano. La stanchezza di giornate pesanti, di un mese infernale, di un anno difficile rappresentano un carico pesante, che più volte fa tentennare la nostra volontà. Il viaggio fino all’appennino toscano è lungo, e dentro ognuno di noi il pensiero che non abbiamo più l’età per certe cose affiora prepotentemente. Ancora una volta prevale il senso del dovere, automatico per chi ha in se gli automatismi della militanza, ed i più anziani confortano i più giovani. Si parte, e basta. Il viaggio è lungo, il tempo infame, il pulmino sembra uscito da un film anni ’60; lo spirito sembra fiaccarsi ancora di più, poca voglia di parlare, poca voglia di festeggiare. E’ freddo, è buio, piove, i nostri spiriti sembrano adattarsi al clima. Arriviamo al luogo dell’appuntamento, ed il sorriso radioso di Maurizio sembra aprire un varco nelle nubi. Varcare la porta della casa di Domenico è entrare in un’altra dimensione. Siamo a casa, siamo finalmente Noi, la comunità è ricomposta. Le parole di Maurizio ci accompagnano, senza inutili ritualità, senza falsi formalismi. Improvvisamente ci sentiamo rientrare in quel grande ordine cosmico, in quel ciclo eterno che guida la Natura. Come una brace si riaccende il sangue della nostra stirpe, i piccoli problemi della quotidianità, le inutili ansie borghesi scompaiono d’incanto. Ritorniamo alla consapevolezza che il singolo non esiste, che siamo parte dello spirito di un popolo, ritroviamo la verticalità del nostro destino. Un vento impetuoso spazza le nubi, e la pioggia non disturba il nostro fuoco. Mentre la fiamma riporta la Luce, e sconfigge ancora una volta le tenebre, guardo i miei fratelli e le mie sorelle, i loro occhi sprizzano gioia e determinazione, i loro volti sono ora quelli di guerrieri pronti alla lotta. Non più individui ma comunità, consapevole del proprio ruolo nel ciclo destinato alla nostra stirpe. Nella notte in cui il Sole muore, la nostra fiamma riaccende la Luce. Il nostro ciclo diventa armonico con quello della natura, dal buio la Luce, per tornare alle tenebre, per poi ricominciare. Ci prepariamo a partire, non più come viandanti, ma come componenti di una famiglia che al di la dello spazio fisico, non conosce distacco. Ci diamo appuntamento al Solstizio d’estate, immaginiamo, costruiamo nei nostri sogni ancora una festa. Mentre affrontiamo il viaggio di ritorno, con un clima tornato terribile, nonostante sia quasi mattina, nessuno di noi riesce a dormire. I racconti del passato, i progetti per il futuro diventano colonna sonora di un viaggio tra pioggia e camion, ed i nostri volti sono trasfigurati da una serenità interiore che avevamo dimenticato. Maurizio ancora una volta ha fatto da tramite tra noi ed il sangue della nostra Stirpe, ancora una volta tutta la comunità, presenti ed assenti, chi ci ha preceduto e chi ci seguirà, è stata intorno al fuoco, in una grande festa che ha testimoniato il nostro impegno a non arrenderci. Alle 5 ci salutiamo davanti alle nostre macchine. Già so che non dormirò. La fiamma brucia dentro di me, e voglio sentirla ardere ancora a lungo. Buon Solstizio gente mia, Buon Solstizio a chi non si arrende, a chi non permette alle tenebre di vincere

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