Attraverso la stampa locale apprendiamo che la Asl di Rieti si appresta a spendere quasi un milione di euro per il progetto sulla medicina narrativa, fondi in gran parte destinati all’assunzione temporanea di assistenti sociali, psicologi e amministrativi che saranno impiegati in questa sperimentazione. Per carità è sempre importante provare ad aprire nuove strade, anche se questa nello specifico appare alquanto fumosa e velleitaria, ma dovrebbero esistere delle priorità nella scelta dell’utilizzo dei fondi pubblici. E onestamente vista l’attuale situazione della sanità reatina, di cui la mobilitazione dei giorni scorsi è stata la dimostrazione concreta, con una popolazione sempre più scontenta della qualità dei servizi, siamo sicuri che la priorità debba essere data ad un progetto figlio di una visione più pertinente al sociale che alla cura della salute? Non vogliamo entrare nella polemica (facile) di come si è preceduto alle assunzioni, del fatto che una delle persone interessate sia l’ex assessore ai servizi sociali, da sempre estremamente “coccolata” dalla sinistra locale, ma vorremo pacatamente osservare che prima di spendere un milione di euro su filosofiche intuizioni dai risultati quantomeno discutibili, sarebbe meglio usare le poche risorse disponibili per assumere medici ed infermieri, e che gli psicologi più che mandarli a fare gli ambulatori di medicina narrativa, sarebbe meglio impiegarli in carcere dove da due anni mancano. Ma la vera domanda che ci frulla in mente è in realtà un’altra: ma che cappero sta facendo l’opposizione in Regione? Possibile che non ci sia un consigliere regionale che chieda spiegazioni alla Regione Lazio,al presidente Zingaretti dei disastri che si stanno compiendo sul nostro territorio? Una sanità devastata, il consorzio del nucleo industriale messo in mutande, commissariato con un tizio che è stato arrestato due giorni dopo la nomina, una totale assenza sul fronte dei trasporti, e nessuna forza politica di centrodestra che non dico apra una questione Rieti, ma che almeno faccia sentire la sua voce . L’ultima interrogazione per Rieti la fece Roberta Angelilli, ottenendo il blocco di un provvedimento di nepotismo proprio in sanità. Uscita lei, il deserto. Capiamo che lo stipendio da consigliere regionale è sostanzioso, ma ogni tanto andrebbe guadagnato